Nikko, patrimonio dell'Unesco

Nikko è probabilmente la città storica più bella del Giappone (almeno di quelle che ho visto io). Purtroppo l'ho visitata con la pioggia, ma aveva lo stesso il suo bel fascino.
Dalla stazione del treno (circa 2 ore da Tokyo) ci vogliono 15-20 minuti a piedi (lieve salita) per arrivare alla zona dei templi. La strada ha qualche negozietto e ristorantino (uno ottimo di cui parlerò dopo). La zona della stazione sembra un po' fatiscente.. come se fosse abbandonata.
I templi si trovano a circa 1 km di distanza, in mezzo agli alberi. Non ho capito quanto sono vecchi e quanto no, forse molti sono ricostruiti. Ma sono comunque molto belli.
Hanno un'architettura davvero originale e diversa da altre città come Nara, Kamakura.
Se si dispone di pochi giorni, non avrei dubbi: evitate pure le altre città ma andate a Nikko.

Prima di arrivare si passa da un meraviglioso ponte rosso (che noi all'andata abbiamo visto avvolto dalla nebbia): il ponte Shinkyo sul fiume Daiya. Si puo' passare sopra (pagando) oppure di lato e forse è pure meglio perchè si fanno le foto.
Non ricordo bene tutti i nomi dei vari templi ma quello che ti lascia subito senza fiato è il complesso del santuario Tosho-gu. Ho letto che oltre 15.000 artigiani hanno dipinto, laccato, intarsiato, scolpito per 2 anni per creare tutto il complesso.
Appena arrivati, passato l'enorme Torii in granito, sulla sinistra c'è una bella pagoda a 5 piani. Dopo pochi scalini si oltrepassa la porta Niomon (che ha 2 statue Nio: una che pronuncia la prima lettera dell'alfabeto sanscrito "ah" e l'altra che pronuncia l'ultima "un") e ci si trova davanti una serie di edifici da mozzare il fiato. Nonostante la nebbia sono rimasta senza parole.
A sinistra la fonte sacra per lavarsi le mani, ricoperta da un tetto stile cinese. Poco prima c'è la stalla sacra con le 3 scimmiette non vedo, non sento, non parlo. Uno si aspetta chissà cosa e invece sono minuscole (vedi foto). E vari edifici sacri. Abbiamo beccato una scolaresca che girava fra i templi, erano buffi tutti in fila a salire e scendere le scale..
Poi altri scalini e si arriva alla porta Yomeimon con 12 colonne decorate. Talmente ricca la decorazione che sembra il nostro barocco. E oltre ci sono i due santuari. Dal lato destro si accede a una "simpatica" scalinata nel bosco che porta alla tomba di Tokugawa Ieyasu (stratega poi Shogun, vissuto nel 1600, fondò la capitale Edo, l'attuale Tokyo). Io avrei fatto anche a meno visto la fatica..
Per arrivare alla tomba si passa da un androne (e si paga) per ammirare il gatto che dorme: un piccolissimo dipinto di un gattino sacro che dorme. Ho comprato persino l'amuleto! Ma non so se ne vale la pena..

Dopo questo santuario che per me rimane il più bello di tutto il Giappone, abbiamo proseguito la visita di Nikko, verso il santuario Taiyuin-byo, mausoleo di Iemitsu, nipote di Ieyasu. La posizione nel bosco è meravigliosa. Anche in questo caso c'è una porta Niomon (con 2 guerrieri Nio), e la porta Nitenmon con 4 statue di guardiani molto belle (il verde è la divinità del vento, il rosso del tuono); dopodichè scale, scale, scale, scale..e poi fonti, torri, porte, santuari.. con uno stile fra il cinese e il giapponese. In parte in legno, in parte colorate.
Bello. Un po' faticoso!

Oltre ai templi, a Nikko c'è la possibilità di prendere un autobus che porta a un laghetto passando per una bella cascata, ma quel giorno avevano sospeso il servizio a causa del brutto tempo.
Per vedere tutto con calma ci vuole tempo, diciamo 4 o 5 ore. Noi non li abbiamo visti tutti.
L'ingresso a questi santuari costa poco: 300 o 400 yen a tempio. In paragone ai musei italiani è nulla, certo a fine giornata.. facendo 2 conti..
Al ritorno ci siamo fermate a pranzo in un posto delizioso, lungo la strada principale che torna alla stazione (dopo il ponte rosso, rimane quasi subito sulla destra). Ne avevo letto per caso qualche giorno prima su 1 blog e appena entrata - a caso ! - l'ho riconosciuto.
Alle pareti è pieno di bigliettini, foto, fogliolini di tutti i clienti. Ci sono scritte in tutte le lingue del mondo (anche in italiano, pochi). E' talmente fitto che non si vede fuori. Persino fuori ci sono un paio di cartelli in italiano che esaltano la bontà del ristorante.
Comunque abbiamo mangiato benissimo spendendo poco: 1920 yen (meno di 14 euro in due) per ravioli al vapore (5), tsukune (5 pezzi a testa), enormi onigiri di riso (2), tè verde e acqua a volontà. Gli tsukune (piccole polpette di pollo presentate a spiedino) erano ottimi. Dice la cameriera che era la loro specialità. Abbiamo provato a riprenderli anche altrove, ma non c'era paragone.

Akihabara, il quartiere dell'elettronica

Ad Akihabara (Akiba come dicono i giapponesi) siamo state due volte. Sia per via del clima (la prima volta diluviava ed era veramente fastidioso) ma anche per cercare alcuni regali tecnologici commissionati da amici europei.
Io mi aspettavo come altre zone di Tokyo, un insieme di centri commerciali a 9 piani tutti ordinati dove trovare il non plus ultra del tecnologico.. e invece mi trovo nel mezzo di una specie di suk arabo con bancherelle che vendono qualsiasi cosa sia anche solo lontanamente "elettronico".
Quindi banchini interi di spine e cavi, scatole piene di cavetti e usb, mensole ricolme di cacciaviti, batterie, spinotti.. poi certo ci sono anche i computer, i palmari, le macchine fotografiche, le calcolatrici (!). Ma devi conoscere molto bene il prodotto, altrimenti è impossibile capirsi con i commessi. E' tutto scritto in giapponese.

Oltre a hardware & software Hakihabara è il paradiso per i patiti di DVD, di videogames e di cartoni animati/fumetti/modellini.
Vai molto a caso, entri in un edificio di magari 8 piani (più 3 sottoterra) e ad ogni piano puoi trovare modellini, costumi per vestirsi da cartone animato (cosplay), o peggio ancora da coniglietta di playboy o alla marinaretta, gadget di vari tipi..
Per sbaglio siamo capitate in un edificio tutto dedicato al porno: 8 piani di manga erotici e porno!
Ecco perchè erano tutti uomini dentro..
In genere da fuori non si capisce cosa ti aspetti dentro, e farsi tutti i piani di questi palazzi è faticoso. Chiedere info è praticamente inutile. Cercavamo il negozio "Mandarake" segnalato su alcuni blog italiani. Niente! Nessuno lo conosceva!!

Nei negozi di Akihabara puoi camminare fra la statua a grandezza naturale di Evangelion o Gundam, puoi vedere il modellino di Star wars accanto a quello di Capitan Harlock, e puoi vedere tutti i personaggi di Cutie Honey o Lupin in vestiti sexy.. Ma finchè non entri non sai mai cosa trovi perchè le scritte in verticale fuori.. sono ovviamente tutte in giapponese.
Malgrado la nostra passione per manga e affini non abbiamo trovato granchè visto che di cose vecchie hanno ben poco.. sono tutti cartoni animati e fumetti recentissimi. Molti di robot.

Anche come prezzi non è che siano competitivi poi così tanto: abbiamo confrontato i prezzi di alcuni dvd ed erano più economici alla Tower Records.
E' comunque un bel mondo da vedere. Soprattutto se uno si avventura nei vicoletti o nei mezzi piani. Può capitare di scoprire una bella mostra di acquerelli, una sala di pachinko oppure un centro massaggi con massaggiatrici (vestite come) studentesse in marinaretta!

Il Museo Ghibli a Tokyo

Una delle mete principali della mia permanenza a Tokyo era la visita al Museo Ghibli, il museo di Hayao Miyazaki, il grande regista che ha creato capolavori come La città Incantata (Spirited Away), Laputa, Mononoke Hime, Il castello errante di Howl e più in là con gli anni alcuni dei cartoni animati più belli della mia infanzia: Conan, Heidi, il film Lupin e il castello di Cagliostro. E ancora Nausicaa, Kiki e altri film d'animazione usciti da noi in dvd e cassetta. Oltre ad alcuni film purtroppo mai arrivati da noi come Porco Rosso e Totoro. Regista pluripremiato (Oscar, Orso d'oro Berlino, Cannes..) è una persona umile e semplice, ma geniale. Lo si vede da come ha voluto che fosse il suo museo.
Innanzitutto contrariamente a tutti i musei giapponesi, non ha un senso di visita: come scritto nel depliant, ognuno è libero di girellare per le stanze senza seguire un ordine precostituito.
Purtroppo non ho potuto fare foto perchè all'interno è proibito, ma cerchero' di descrivere com'è il museo.

Il museo è molto pensato per i bambini (ma è capace di emozionare anche gli adulti).
Al piano terra ci sono: un piccolo cinema dove proiettano cortometraggi per bambini molto carini e alcune stanze che mostrano come si realizza un film d'animazione. Tramite speciali bacheche si possono vedere i singoli passaggi di alcuni spezzoni di film, e i movimenti ricreati dalla pellicola. Mi rendo conto che a dirlo così non si capisce nulla! ma cmq è una cosa carina.

Salendo ci sono le stanze che ricostruiscono gli studi di animazione dove il regista e gli assistenti disegnano, colorano, ritagliano, montano, provano le sequenze di ogni singolo fotogramma.
E' la parte più bella del museo perchè si respira l'aria dell'ambiente dove Miyazaki lavora. Ci sono libri di illustrazioni e foto, ci sono colori, matite, poster, disegni alle pareti, e materiale di ogni tipo che possa ispirare qualche scena.. tutto in un ordinato caos!
All'ultimo piano c'è una stanza con il gattone autobus di Totoro: un'enorme peluche grande diversi metri, dove i bambini (under 12) possono salire, infilarsi, appoggiarsi, ecc..
non ho mai desiderato tanto essere una bambina!!!

museo ghibli mitakaovviamente la parte che abbiamo preso d'assalto è stata il negozio. A dire il vero mi aspettavano molti più gadget. Ma forse per lo spazio limitato, forse per scelta, c'ra materiale solo degli ultimi lavori (quasi niente di Nausicaa, niente di Conan, poco di Kiki e Laputa) quasi tutto era di Totoro, e del nuovo film del figlio Goro "I racconti di terramare".
Comunqe qualche piccola cavolatina l'ho comprata, anche solo per le bellissime buste di carta che davano: tratte da Porco Rosso avevano la scritta, in italiano: Mamma aiuto!
Sempre in italiano è il nome del museo: Museo d'arte Ghibli, scritta che compare su tutto il merchandising.
Non mi sono invece controllata nel reparto libri: ho comprato anime book, libri di illustrazioni, la guida del museo e addirittura gli storyboard di diversi film e cartoni animati.
Dopo la spesa folle, abbiamo fatto un salto sul terrazzo dove c'è un'enorme robottone di Laputa che ho potuto fotografare e poi al ristorante, visto che era ora di pranzo, ma non ho mangiato nulla perchè al ristorante servivano piatti troppo "pesanti" per un pranzo leggero e all'angolo fast food potevi scegliere solo fra hotdog e gelati. Peccato.

Comunque il museo è piccolino, volendo si visita in un'oretta se non state come noi una vita nello shop. Ma vale veramente la pena. L'ingresso mi pare sia sui 1000 Yen (quindi poco più di 6 euro).

museo ghibli di hayao miyazaki a tokyoIl museo Ghibli si trova a Tokyo, nella zona detta Mitaka, ci si arriva con il treno con poche fermate. Dalla stazione poi si puo' fare a piedi o prendere un comodo autobus giallo che non sarà difficile individuare. Prima pero' è bene andare a cercare la biglietteria JTB per acquistare i biglietti (non è facilissima da vedere, è piccola, noi ci siamo passate davanti due volte!). Comunque per sapere come arrivare e soprattutto come comprare i biglietti (non al museo!) consiglio la lettura di questa paginetta che per noi è stata utilissima.
Quando si arriva al museo e si consegna il voucher del biglietto, ti danno un fotogramma originale di un film! Bellissimo.

Il museo è carino, pensavamo di vedere solo questo museo dedicato a fumetti e cartoni animati e non immaginavamo che di lì a pochi giorni avremmo visto il museo di Candy Candy, la mostra di Holly e Benji, quella dello scenografo dei film di Miyazaki (Kazuo Oga) e il Manga Museum di Kyoto..

Il clima in Giappone (in estate)

Il periodo migliore per visitare il Giappone è la primavera, quando fioriscono i ciliegi. I giapponesi adorano talmente tanto la fioritura dei ciliegi che fanno picnic sotto gli alberi nei parchi e talvolta nei cimiteri (esiste persino un servizio meteo di previsioni della fioritura dei ciliegi!) oppure in autunno, quando i colori si tingono di rosso e arancione.

Purtroppo io le ferie lunghe (scordatevi di stare meno di 2-3 settimane, ci vogliono almeno 3 o 4 giorni anche solo per assimilare il fuso orario) le posso prendere solo d'estate e visto che avevo trovato un volo ottimo per metà luglio, sono partita il 13 luglio nonostante sapessi che la stagione delle piogge in Giappone dura fino al 20 luglio.
Quello che non potevo immaginare è che al mio arrivo in Giappone avrei trovato un tifone!
Per carità l'occhio del ciclone era da qualche parte nell'oceano e quindi su Tokyo e dintorni c'era "solo" la coda.. ma quel tanto che bastava per far piovere ininterrottamente giorno e notte.
Arrivare a Tokyo con tutto quel cielo grigio che si confonde con il grigio dei grattacieli, non è esaltante..

La temperatura è comunque calda e dopo un po' non provi neppure più a ripararti con k-way e simili (completamente sconosciuti in Giappone) al massimo ti compri per pochi yen (circa 300 ovvero meno di 2 euro) un ombrello di plastica trasparente.
I Giapponesi vanno tutti in giro con questi ombrelli giganti in plastica trasparente e ho il sospetto che molti li abbandonino dopo l'uso.

Nonostante la pioggia, in tutti i luoghi chiusi, che siano negozi, uffici, metropolitane, autobus, taxi.. c'è l'aria condizionata sparata a 1000. I primi giorni è abbastanza traumatico, considerando che la mettono anche di notte..

Ma quando - dopo circa una settimana - è arrivato il sole, devo ammettere che ho imparato ad apprezzarla. Il caldo del Giappone è decisamente insopportabile, con un'umidità molto elevata. Peggiore di quella che ho provato in Tailandia. Anche respirare è difficile e ogni tanto devi entrare in qualche posto con aria condizionata per riprenderti.
Il buffo è che appena spunta il sole le giapponesi tirano fuori l'ombrello, stavolta quello nero, magari di pizzo, per pararsi dal sole. Molte indossano anche guanti, magari fino al gomito per proteggersi dai raggi solari. Le scene più assurde che ho visto sono queste due: una signora che va in bici con ombrello e una signora al mare, con ciambellone e ombrello nero!!
Comunque è caldo, afoso, anche la notte. Quindi se programmate un viaggio in agosto portatevi canottiere e poco più, si suda tantissimo.

Harajuku

Il quartiere in cui stavo a Tokyo era Harajuku. A metà fra Shibuya e Yoyogi. E' un posto famoso per le variopinte e bizzarre ragazzine che la domenica pomeriggio si danno appuntamento in questa zona e sfoggiano vestiti strani..(come quello della foto qui accanto).
Le puoi vedere passeggiare lungo la colorata Takeshita Dorii oppure sedute per terra, accampate, davanti all'ingresso del Tempio Meiji, vicino al Parco Yoyogi, proprio a lato della stazione JR di Harajuku.
Le vedi arrivare vestite normalmente, dotate di trolley. Poi entrano in qualche bagno, si cambiano di sana pianta, ed escono vestite da damine pseudo '800 tutte pizzi e merletti neri, oppure un look da bambolina, rosa confetto, con zaino a forma di peluche e ombrellino rosa di pizzo.. oppure vestite come qualche personaggio dei cartoni animati o ancora in stile gotico-punk sulla falsa riga di Syd & Nancy (Sex Pistols).
Avevo visto in alcuni manga personaggi vestiti in questa maniera stravagante (penso ai fumetti di Ai Yazawa, e in particolare a Nana), ma mai avrei immaginato che davvero le persone andassero a giro vestite in modo così bizzarro. E che avrei trovato negozi dove vendevano abbigliamenti lolita punk uguali a quelli usati da Nana, Shin, Ren...

E' divertente sedersi e vederle passare. Adoravo passare lungo Takeshita Dori per ammirare i look stravaganti di queste ragazze. La strada è piena di negozietti dove comprare vestiti e accessori pazzeschi: dalle borchie ai cuoricini.. per ogni look esistono centinaia di cose assurde da poter acquistare. Anche costumi per cosplay!
L'età media è molto bassa..
Noi andavamo spesso a fare colazione in un barettino (l'unico) che offriva caffelatte e brioches. Gli sgabelli davano sulla strada e la porta scorrevole (al tatto) ogni tanto si apriva per far entrare coppie di ragazze giapponesi vestite in questi modi così buffi, che volevano dare un'occhiata al menù. La colazione lì era veramente divertente!

Dal punto di vista storico-artistico, Harajuku offre pochino.
- Il tempio Meiji, amato dall'imperatore e da sua moglie, è abbastanza spoglio per i nostri canoni, ma è comunque piacevole passeggiare fra gli alberi del parco, magari per sfuggire al caldo devastante.. ha un bel tori di legno gigantesco all'ingresso, ma niente in confronto rispetto ai tori vermigli di Inari.
- Il vicino parco Yoyoji offre poco se non un po' di ombra e gli spettacoli domenicali anni '50 dei Rockabilly (ragazzi vestiti da Elvis che ballano il rock'n'roll).
- Un piccolo museo dedicato agli Ukyo-e che cambia esposizione ogni mese (e infatti è chiuso gli ultimi 10 giorni del mese). E' piccolo e pure un po' caro (700 yen) ma molto japanese. Le raffigurazioni variano molto, ma se si è fortunati si puo' ammirare un Hokusai originale..

Partendo da Harajuku si imbocca il viale alberato di Omotesando, con le sue vetrine griffate e palazzi moderni che grandi architetti hanno dedicato a Dior, Tods, Louis Vuitton, Chanel...

Shibuya

Descrivere Shibuya è facile: fiumi di persone in movimento.. ovunque uno si guardi intorno, a qualsiasi ora del giorno e della notte, Shibuya è un brulicare di persone che camminano, corrono, si insinuano fra le strade piene di centri commerciali, sale di pachinko e locali per bere e mangiare.
A Shibuya, come in altri quartieri di Tokyo, c'è poco da vedere dal punto di vista "storico". Si tratta di alcune strade dedicate allo shopping.
E' frequentato da ragazzi/e giovani/e, dal look molto curato, a volte maniacale. Le ragazze sono perfettamente truccate, all'ultima moda (giapponese) con qualche tocco di stravaganza, con capelli biondi e magari abbronzate (soprattutto le Ganguro) e dotate di borsette Louis Vuitton e cellulari pieni di ciondoli. Comunque sono sempre vestite con attenzione e mai troppo eccentriche come invece le ragazzine di Harajuku.

Avevo conosciuto il mondo di queste ragazzine grazie a un fumetto dal titolo "gals" che deriva dall'inglese "girls".

Anche i ragazzi hanno look curati (ma per noi bizzarri): capelli lunghi, magari con qualche forcina, tracolle di Louis Vitton (ma le regalano in giappone?????) jeans a vita bassa e scarpe a punta.

Da notare che i ragazzi e le ragazze giapponesi sono tutti magrissimi. Percio' spesso hanno molti strati di vestiti uno sopra l'altro.

Il posto migliore per vedere la fiumana di persone che esce dalla stazione di Shibuya è il primo piano di Starbucks: dalla vetrina del caffè si vede l'incrocio principale. Appena scatta il verde da ogni direzione attraversano i pedoni. Mai visti così tanti! Ho fatto pure un video..
Impressionante! E' bello restare seduti e vedere tutte le persone passare sotto (senza contare che hanno uno dei migliori caffè di tutta Tokyo!)

Per il resto, a parte la statua del cagnolino Hachiko (quello che aspetto' il suo padrone per oltre 10 anni) e la via dei Love Motel, il quartiere non offre molto di diverso da altre zone commerciali di Tokyo. Forse qui il target è un po' più basso come età..
Basta entrare nel grande magazzino 109 e si ha subito un'idea dell'età media delle sue acquirenti.

I gabinetti giapponesi

I gabinetti giapponesi possono essere un'esperienza davvero divertente.
Allora, in Giappone, ci sono vari tipi di gabinetti. Innanzitutto c'è la distinzione fra gabinetti western style (all'occidentale) e japanese style.
I primi hanno il water, i secondi una specie di buca, tipo alla turca, ma un po' diversa.
In genere nei bagni pubblici si trovano entrambi. Nelle case si trovano quelli occidentali.
I gabinetti stile occidentale sono sempre piuttosto tecnologici: insieme al wc hanno dentro il bidet e altre funzioni, per le quali sono previste persino le istruzioni! All'inizio si rimane un po' perplessi di fronte a tutti quei tasti e schiacciarne qualcuno può strappare una risata.. ma dopo un po' se ne scopre la comodità.
Il più banale è il bidet: un getto d'acqua calda regolabile, da non confondersi con lo spray, che è sempre un altro getto d'acqua calda.. ma ha una funzione diversa!
Oltre a questi, c'è il pulsante riscalda ciambella, c'è quello che simula lo sciacquone (per coprire i rumori!), c'è quello per tirare l'acqua a metà... ecc. ecc.

A volte sopra lo sciacquone c'è un intelligentissimo sistema con un lavandino per cui appena si tira lo sciacquone il rubinetto sopra comincia a scorrere, così uno può lavarsi le mani, e quell'acqua va a finire nello sciacquone, evitando sprechi di acqua.
Buffo che per certe cose i giapponesi siano iper sensibili al riciclo e risparmio energetico, per altre cose invece siano abbastanza spreconi.

Nelle case spesso il wc è in una stanza a sè stante e per accedere si devono indossare ciabattine apposta (visto che in casa si sta scalzi). Nella foto qui accanto si vede sia il lavandino che le ciabattine rosa da bagno!!!
Oltre al wc nei bagni pubblici ci sono tante altre cose: ci sono i vespasiani per bambini (una mamma che viaggia con bambino maschio appresso può fare a meno di farlo entrare dentro con sè!) e mini lavandino annesso; dressing room, fitting room (per cambiarsi?) e tante altre cose. Con tutta questa varietà non c'è da stupirsi di trovarsi di fronte a un pannello come questo

Tokyo, prime impressioni

1° giorno - Tokyo

Avevo letto molto su Tokyo, ero in parte preparata, ma il primo impatto con la città è comunque forte. Grattacieli imponenti, un groviglio di strade, sopraelevate, tunnel, metro e treni (nel mezzo della città corrono ben 2 autostrade!), cemento e case accavallate.. e una quantità tale di persone che ovunque uno vada si trova immerso in fiumi di persone, che molto ordinatamente camminano sui marciapiedi (occhio a sbagliare la corsia! ci si puo' ritrovare a nuotare contro corrente e i giapponesi non sono poi tanto educati quando ti vengono addosso).

Oltre 20 milioni di persone vivono a Tokyo e altri milioni di pendolari si recano ogni giorno in città. Ma nonostante questo è tutto ben organizzato, le persone entrano ed escono ordinatamente dai mezzi pubblici e fanno la fila educatamente. La cosa bizzarra è che dentro gli scompartimenti non vola una mosca, nessuno parla o tantomeno urla. Le persone leggono manga, dormono con la testa ciondoloni, oppure si sbizzarriscono con i cellulari (ci fanno di tutto). Ma tutto in silenzio. E' una strana sensazione trovarsi stipati in un vagone della metropolitana ed essere in completo silenzio.

Il primo giorno abbiamo girato per Shibuya e Harajuku, 2 quartieri decisamente pittoreschi, per il look delle ragazzine che si (tra)vestono in modo pazzesco. Ne parlero' in uno dei prossimi post. Sono quartieri vivaci e affollati, dove si trovano poche persone anziane. Vale la pena andarci anche più di una volta, fermarsi a un semaforo e osservare il flusso delle persone quando scatta il semaforo.. c'è da divertirsi..

Per chi viene dall'Italia: il fuso orario i primi giorni è pesante, molto più che al ritorno. E' bene mettere in conto un periodo di assestamento.

Il clima in Giappone: fino al 20 luglio ci sono le piogge, ma è caldo e umido. Purtroppo non si fa a tempo a desiderare il sole, che già ci si pente. Un caldo pazzesco con un tasso di umidità molto elevato, rende le giornate estive molto difficili da sopportare. Tutti i locali, negozi, mezzi pubblici hanno l'aria condizionata sparata a 1000, anche a mezzanotte. Fra le due, non so cosa sia peggio.

Viaggio in Giappone

In molti mi hanno chiesto di raccontare le mie 3 settimane in Giappone. A giudicare dai pochissimi occidentali e ancor meno italiani che ho incontrato durante il viaggio in Giappone, ci sono tante cose di cui parlare riguardo al Paese del Sol Levante, che nessuno conosce.
Premetto che viaggiare da soli in Giappone non è semplicissimo, bisogna avere un forte senso di adattamento, molta flessibilità, essere disposti a mangiare di tutto, avere abbastanza tempo (ci si perde facilmente) e oltre a un buon inglese, non guasterebbe qualche rudimento di giapponese o almeno un dizionarietto.
In ogni caso il Giappone è una meta interessante, divertente, che offre molte esperienze diverse. E' un paese davvero molto diverso da quelli che ho visitato finora e i giapponesi sono sicuramente un popolo dalle abitudini che ai nostri occhi possono sembrare bizzarre.
Ma ho avuto la fortuna di conoscere persone simpatiche, gentili, disponibili.

QUANDO ANDARE IN GIAPPONE:
Come periodo io ho scelto metà luglio - inizio agosto per cause di forza maggiore.
Ma il periodo migliore mi dicono essere ottobre. O marzo-aprile durante la fioritura dei ciliegi.
D'estate il clima è pesante: molto caldo e molta umidità. Fino a metà luglio ci sono le piogge (e spesso i tifoni), ma da inizio agosto arriva il sole e con quello l'afa. Ogni tanto è necessario rintanarsi in qualche luogo al chiuso per rinfrescarsi anche se le botte di aria condizionata non fanno benissimo.
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